RADAR
DI AVVISTAMENTO E SORVEGLIANZA CONTRAVES LPD/ 20-J
Notizia pubblicata il: 27/08/2011
Quando
il Gruppo "Udine" fu convertito in Gruppo di artiglieria contraerea
leggera, oltre alla quadrinata Browning ed al cannone contraereo 40/70
c'era a supporto il Radar LPD/ 20-J, atto ad intercettare i colpi ed il
nemico. Indispensabile per completare l'armamento delle Batterie.
Ricapitolando: ad ogni due cannoni 40/70, era collegata una centrale di
tiro CT/40: i tre pezzi a loro volta venivano alimentati da altrettanti
gruppi elettrogeni "Ausonia Auso/Mil". (le quadrinate Browning erano
autonome, in quanto dotate di motore).
Il Radar LPD/ 20-J era alimentato dal gruppo elettrogeno "Parizzi".
Nota importante alla scuola tiri di Foce Reno, nel ravennate, gli
artiglieri del Gruppo "Udine" ebbero a disposizioni come supporto
tecnico anche il Radar del servizio Meteomont del 4° C.A.A.
Con tutta questa strumentazione la batteria contraerea aveva la
possibilità di monitorare ed avvistare il potenziale nemico,
intercettare i colpi ed avere il quadro completo dal punto di vista
meteo sempre aggiornato; quindi calcolare le coordinate di tiro e fare
fuoco!!!
Il gruppo elettrogeno "Parizzi" a
Foce Reno





Il Radar del
servizio Meteomont del 4° C.A.A a Foce Reno
Scheda tecnica del Radar
di avvistamento LPD/ 20-J
Il radar di avvistamento e sorveglianza Contraves LPD/20-J. Questo
Shorar di prima generazione ha equipaggiato le btr. da 40/70 ed
è attualmente in dotazione alle batterie a cortissima
portata equipaggiate con i sistemi d’arma SIDAM e STINGER.
Ditta Costruttrice: CONTRAVES (ITALIA).
Periodo di servizio: dal 1985 (circa).
Altre denominazioni: radar di controllo tattico LPD/20-J.
Dati numerici principali:
-distanza di scoperta (desunta dal diagramma di copertura verticale):
a) minima, teorica, 2.000 m;
b) massima, 16 km, stabile con inclinazione dell’asse
dell’antenna di 0° al di sopra
dell’orizzonte, e con la minima frequenza di ripetizione
degli impulsi;
c) massima, 18 km, stabile con inclinazione dell’asse
dell’antenna di 0° al di sopra
dell’orizzonte e con la massima frequenza di ripetizione
degli impulsi;
-copertura in quota (desunta dal diagramma di copertura verticale) fino
a circa 4.000 m con “tilt” di 0°
sull’orizzonte;
- errore in distanza massimo ± 0,5 km;
- errore in direzione ± 0,7°
(0°.42’);
-discriminazione:
a) in distanza, 1 km;
b) in direzione, 1,4° (1°.24’);
-frequenza di funzionamento (portante), dai 9.900 MHz (9,9 GHz) ai
10.100 MHz (10,1 GHz),“BANDA X”;
- lunghezza d’onda, dato “CLASSIFICATO”;
-durata degli impulsi, 6,7 millisecondi;
-frequenza di ripetizione degli impulsi (modulante), 7,137 kHz, oppure
9,368 kHz (commutabili sia manualmente che automaticamente);
-potenza di picco irradiata, da 1 kw a 1,2 kw;
-potenza massima assorbita, 5 kw;
-apertura dei lobi di emissione:
a) orizzontale, 16° ± 3°;
b) verticale, 1,4° ± 0,3°
(1°.24’ ±18’);
-campo in direzione, 360°;
-velocità di rotazione dell’antenna di 30 o 60
giri/min.
COMPONENTI:
-modulatore, comparatore di segnali, alimentatore, ricetrasmettitore e
base di antenna, IFF/SIF (in “modo 3, 3A e 4”,
eventuale), antenna radar e antenna IFF/SIF (eventuale) montate su di
un unico carro biga autotrainabile;
-unità di controllo, UC, esterna, posizionabile fino a 100 m
dall’apparato, dotata di un solo indicatore “P.P.I.
digitalizzato”;
-gruppo elettrogeno, esterno;
-collegamenti dati:
fino a quattro centrali CT/40-G Mir, mediante apposite cassette di
integrazione portate dalle centrali e cavetti telefonici;
con semoventi c/a SIDAM 25, mediante apposite apparecchiature radio,
oppure, mediante cavetto telefonico ed apposito cassetto di
integrazione.
Materiale di concezione e realizzazione nazionale è stato
acquisito dall’EI inizialmente solo per assorbire dei surplus
di produzione della ditta CONTRAVES e solo successivamente è
stato adattato al compito di radar di controllo tattico per il sistema
L70 e poi come “shorar” (short range acquisition
radar) per le batterie di autodifesa c/a, poi ridenominate a cortissima
portata SIDAM e STINGER.
Di fatto gli esemplari acquistati facevano parte di una cospicua
fornitura destinata alla LIBIA,
bloccata poi da una delle numerose sanzioni di embargo
dell’ONU emanate nei confronti di questo paese Nordafricano.
Si tratta di un apparato digitalizzato di prima generazione con
ricetrasmettitore con funzionamento “pulse-doppler”
(a impulsi e ad effetto doppler) (*) dotato di un apparato IFF/SIF
funzionante, secondo gli standard NATO, nei modi “ 3, 3A e
4”, dotato di un blocco antenna inclinabile di + 5°,
0° o - 5° rispetto al piano orizzontale (a seconda
dell’area di schieramento).
Di dimensioni contenute riunisce sul carro biga tutti i componenti
dell’apparato a meno del gruppo elettrogeno e
dell’unità di controllo, U.C., che poco
più grande di un televisore domestico, può venire
schierata fino a 100 m dall’apparato, o sotto tenda o
all’interno di uno shelter PC; l’installazione
è idonea solo per avvistare aeromobili che volano a bassa e
bassissima quota, da 0 a 4.000 m, e per una distanza di poco superiore
ai 18 km, e, oltre alla portata ridotta trova delle limitazioni di
impiego connesse con il funzionamento
“pulse-doppler” e con la rappresentazione delle
tracce sul P.P.I..
Difatti il modo “pulse-doppler” può non
riconoscere come echi di ritorno quelli con “.”
(lunghezza d’onda) multipla o sottomultipla intera (2 ., .,
1/2 .…..,1/8 .…), provocati da bersagli che si
muovono con velocità pari o sottomultiple intere della
velocità di propagazione
degli impulsi radar nell’etere (velocità cieche),
pertanto, per evitare dei “gaps” (buchi)
nell’avvistamento, l’apparato può
commutare automaticamente, ad ogni giro di antenna alla massima
velocità di rotazione, tra le due frequenze modulanti, che,
sovrapponendosi, coprono i rispettivi gaps di velocità
cieche.
Per contro, per risonanza armonica (.e . degli echi di ritorno multipli
o sottomultipli interi degli impulsi di trasmissione), gli echi degli
ostacoli fissi vengono cancellati dall’apparato.
Inoltre la rappresentazione digitalizzata sul P.P.I. non rappresenta
con coerenza la posizione planimetrica del bersaglio, in quanto,
trattandosi di un “digitale” di prima generazione,
lo “spot” prodotto dall’aeromobile
è un segmento luminoso ampio 1,4°
(1°.24’) e lungo 1 km sulla base dei tempi (marcata
di ogni kilometro e lunga 20 km).
In effetti il processore che fornisce con continuità i dati
di direzione e distanza di una traccia (evidenziabile con una marca
mobile e seguita manualmente con una “track-ball” o
automaticamente dal calcolatore) dà i dati topografici di un
volume ampio 1,4° x 1 km x 4 km entro il quale possono trovarsi
uno o più velivoli; difatti se due o più aerei si
trovano nel suddetto volume non vengono discriminati sul P.P.I..
Per permettere di utilizzare questo apparato come radar di controllo
tattico del L.A.A.C.C. di btr. da 40/70 venne realizzato un sistema di
integrazione tra il CT/40-G e l’LPD/20-J, basato su di un
collegamento telefonico-digitale tra i due apparati ed una
“cassetta di integrazione”, U.I., portata dalla
centrale di tiro (vedasi scheda tecnica n° 28).
Ogni apparato poteva integrare fino a 4 centrali CT/40-G MIR, ma tale
sistema mostrò rapidamente i suoi limiti in quanto non
permetteva alla centrale, quando integrata, di funzionare in ricerca
settoriale ed in rappresentazione R.H.I., e sul P.P.I. del radar tiro
apparivano due basi dei tempi, di cui quella più corta, 20
km, era quella del radar di sorveglianza; ciò significava
che il bersaglio poteva essere agganciato ben al di sotto della portata
del CT/40-G MIR (50 km), con conseguente ritardo nel calcolo dei dati
di tiro; senza contare poi le continue avarie delle U.I. dovute
all’incompatibilità tra i due sistemi (uno
analogico e l’altro digitale) e dai conseguenti sbalzi di
tensione elettrica di alimentazione dei circuiti.
Successivamente, con il ritiro dal servizio del sistema L70, questi
apparati sono stati ridistribuiti, sempre come apparati di
sorveglianza, alle unità dotate di missili portatili STINGER
o semoventi SIDAM 25.
Allo stato attuale, sui posti di tiro STINGER, in attesa
dell’adozione di un sistema C2 (comando e controllo) locale
computerizzato, tale funzione viene esercitata in fonetico manuale (via
radio o telefono campale) da un posto comando non automatizzato.
Stessa cosa accade per i semoventi SIDAM, anche se per
quest’ultimi sono state sperimentate delle radio che
consentirebbero la trasmissione in “data link”
dall’ LPD/20-J, o altro apparato
“shorar”, dei dati relativi alla traccia sul
monitor del puntatore e del capo pezzo.
Sempre per il SIDAM è stato adottato un
“cassetto” di integrazione che consente di
collegare telefonicamente il semovente all’ LPD/20-J e di
fornire i dati della traccia sui monitor di puntamento, ma è
evidente che tale sistema limita il vantaggio operativo della
mobilità di un sistema c/a semovente.
In attesa dell’adozione di un valido shorar per le
unità a cortissima portata, tale apparato rimane ancora in
dotazione alle nostre batterie SIDAM e STINGER.
Alpinamente ringrazio l'Art. Carlo
9° sc. 1993, 18^ BTR per aver fornito le schede
tecniche e le immagini.